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La tassa degli imbecilli
Tempo fa, dopo aver consultato la pubblicazione di un minuzioso lavoro (GEDI – L'Italia delle slot) sulla propensione ai “giochi” da parte degli italiani, ho pensato, come cartografo, che l'aggiunta di una mappa comparativa fra spesa e reddito per provincia avrebbe potuto gettare una luce ancora maggiore sul fenomeno (in particolare volevo capire se ci fosse una relazione fra disponibilità economica e sperpero al gioco).
Poiché sto seguendo un MOOC con ESRI sull'analisi geospaziale, ho pensato di fare un compito proprio su tale argomento anche se solo su base regionale.
Ho scaricato i dati da ISTAT al 2012 degli shapefile dei limiti delle venti regioni italiane, degli abitanti e del reddito pro-capite per ciascuna regione; inoltre dal sito dell'AGIMEG (Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco) ho copiato due tabelle al 2016, una sulla spesa per le giocate pro capite e una sul valore assoluto della spesa risultante dalla differenza tra quanto giocato e quanto vinto.
Ho creato un progetto in #QGIS in cui ho inserito quanto appena descritto e mi sembra che, in poco tempo e con alcune elaborazioni cartografiche originali attuate, si abbiano le idee più chiare su quanto gli italiani siano disposti a farsi spennare!
L'esiguo data base geografico realizzato (20 righe per 6 colonne) mi ha permesso di creare quattro immagini dell'Italia che riassumo in questo modo:
1 - Il reddito disponibile (PIL pro capite; dai 34k€ della Valle d'Aosta ai 16K€ della Campania);
2 - La spesa impiegata (Spesa pro capite; dai 421€ della Lombardia ai 187€ della Calabria);
3 - Il coefficiente percentuale fra spesa in giocate e disponibilità di reddito (Comparazione fra spesa e reddito; dal 2,28% della Campania allo 0,91% del Trentino Alto Adige);
A livello intuitivo, come ben illustrato in immagine, pensavo già che ci fosse questa correlazione inversa fra liquidità e valore assoluto di spesa (sempre media pro capite) anche se non riesco a comprenderne le motivazioni. Cioè, perché al Meridione (con l'apprezzabile eccezione della Calabria) si spende di più, in relazione al proprio reddito, in giochi d'azzardo? Forse c'è un reddito “non trasparente” su cui si fa affidamento? (Sul web ho trovato poche risposte, ma se qualcuno, ammesso che la rappresentazione che ho dato al fenomeno sia corretto, vuole intervenire, è il benvenuto).
Spinto infine da curiosità, ho anche cercato di capire se la speranza (o meglio l'illusione) di “vincere facile” abbia un fondamento o se sia davvero solo uno sperpero e quindi ho tirato fuori l'immagine (anche qui, da non statistico, spero di non aver sbagliato mira):
4 – Il coefficiente percentuale fra vincite medie e spese sempre pro capite (Comparazione fra vincita e spesa; dal 19,4% del Trentino Alto Adige al 13,1% della Liguria); che si assesta a livello nazionale su un 16% circa. Cioè il gambler nostrano spende annualmente in media 340€ (e anela al colpaccio della vita) sperperando 286€.
In questo caso mi aspettavo un dato più omogeneo perché credo che si possa parlare di grandi numeri. Chiamerei a raccolta chi è più addentro il settore per capire se i liguri giochino principalmente dove l'alea rende meno (slot piuttosto che gratta e vinci?) o viceversa i trentini abbiano più … fortuna.
Oppure sarà il caso che questi ultimi abbiano imparato la lezione del loro conterraneo matematico e statistico Bruno de Finetti a cui, invece, si fa risalire la definizione “fiscale” in oggetto :-)
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